venerdì 24 aprile 2015

Presentate le mappe restaurate del Bosco delle sorti di Cassine

Sabato 18 aprile oltre alla presentazione degli atti su Cassine 1713 è stata anche l'occasione per presentare le due mappe del Bosco delle sorti di Cassine da poco restaurate alla presenza della restauratrice Chiara De Nicolai e del Coordinatore del Bosco Tomasino Bongiovanni.

giovedì 23 aprile 2015

Convegno "Cassine 1713": presentati gli atti



Nel pomeriggio di sabato 18 aprile, presso la sala Gabutti dell’ex asilo Mignone, si è tenuta la presentazione degli atti dei due convegni del 29 giugno e 20 ottobre 2013 organizzati in occasione del 300esimo anniversario dell’arrivo delle spoglia di Sant’Urbano Martire a Cassine . Relatori della conferenza i professori Carlo Prosperi e Arturo Vercellino. Ad introdurre la giornata il vice sindaco S:Arditi saluta a nome dell’Amministrazione comunale, il Sindaco non era presente per altri impegni. Alla giornata di presentazione erano presenti i vari autori degli interventi, pubblicati negli atti resi fruibili a tutti coloro che li vorranno leggere. E cioè i professori: Gustavo Mola di Nomaglio che ha voluto donare un suo libro ( di 800 pagine)  sui trattati di Utrecht del 1713 (Utrecht 1713: I trattati che aprirono le porte d’Italia ai Savoia ), alla biblioteca civica di Cassine, invitando l’amministrazione a presentare gli atti al Centro studi piemontesi,  stessa cosa per un libro sul cantautore Tenco, donato dal prof. Alberto Vincenzoni, inoltre era presente il prof. Giovanni Guanti ed il dott. Giuseppe Corrado organizzatori dei due convegni insieme al Cav. Sergio Arditi, Assessore alla cultura, che ha valuto ringraziare il Presidente del Consiglio comunale Gianpiero Cassero organizzatore del convegno del 29 giugno 2013.  Primo interevento di Carlo Prosperi sul primo convengo e prima parte degli atti Io non amo raccontare il contenuto ma offrire uno spunto sobrio. Volontà degli organizzatori era quella di unire due vicende diverse coma i trattati di Utrecht e le vicende di S.Urbano a Cassine e ha permesso di farlo divenire co/com- patrono . Il volume è collettaneo e miscellaneo. Il primo intervento quello del prof. Mola che tratta i Savoia, dimostra che se c’era una dinastia che potesse unire l’Italia era proprio quella dei Savoia, per antichità e qualità della loro politica. L’autore indaga la politica messa in atto da Casa Savoia. Dimostrarono una politica matrimoniale con lungimiranza e costanza. Cercando di arrivare alle grandi capitali europee, compiendo a volte il passo più lungo della gamba. Si destreggiarono tra vari contendenti, cambiarono più volte campo,a lleanze, matrimonio e guerra. Nel 1707 Cassine ed Alessandria passano ai Savoia e lo studio sottolinea che i Savoia rispettarono le autonomie locali, con qualche eccezione; Se è vero per Cassine , non lo è per esempio con Spigno dove non furono morbidi e non concessero privilegi e pretesero di livellare gli Statuti ed i privilegi. Il 2° intervento quello di G. Corrado che prende in esame legge ed ordinati municipali cioè i verbali consiliari di Cassine dell’epoca , riassume o trascrive molto ripetitività dei problemi soprattutto per la povera gente vessata dove cambiano i padroni ma non la sostanza: questi fatti messi in relazione con un diario di Torino, tradotto di recente a scopo comparativo. Nella guerra di successione spagnola, dove furono scierate le potenze di Francia e Spagna contro l’Impero. I Savoia inizialmente con Francia e Spagna e poi campo avverso. Continue le richieste di nuove di tasse, di uomini, buoi, carri, fascine, assi e fieno per i cavalli. Anche dopo il 1707 la situazione non cambia e le richieste sono sempre le stesse. Successivamente, Prosperi esamina l’intervento di Arditi sulla produzione di ceramiche tra Cassine e Mombaruzzo, di cui non intendendomi molto mi limiterò ad alcune osservazioni, spiega il Prosperi: dalla ricerca di Arditi emerge che la ceramica, grazie agli albisolesi, giunge anche a Cassine e Mombaruzzo nel ‘600, ma già nel ‘500 a Casale e con quelle di Faenza e Mortara il fenomeno è rilevante. Ad Albsiola mancando una regolamentazione, sono costretti a scappare e si trasferiscono a Mombaruzzo ( le fam. Saettone e Cantelli) essi si ambientano a Mombaruzzo ma si sposano e legano con Cassine. A Mombaruzzo sino ad inizio Novecento, si ha memoria dell’ultimo ceramista. Il lavoro dell’Arditi è molto interessante e meritorio, grazie soprattutto per aver realizzato un regesto di queste famiglie di ceramisti. Subito dopo l’Assessore Arditi che a Mombaruzzo vi era una produzione serica e a Cassine di filati con opifici che operavano in zona nel XVIII secolo. Inoltre ha ringraziato il prof. Mola, per aver donato alla nostra biblioteca la possente opera. Successivamente il prof. Arturo Vercellino, ha iniziato ad esporre, gli interventi della seconda sessione degli atti, tenutasi il 20 ottobre 2013. È intervenuto il prf. Guanti, lontano dalla storia locale, ricorda che nella nostra zona, nonostante l’eccellenza del patrimonio organario, con Acqui che fa scuola con il canto liturgico medioevale, non si trova nulla come musica da consumo, come invece accade per la corte dei Savoia per il Piemonte meridionale non si ricava nulla. A questo punto lo studioso si domanda: i Notabili del basso Piemonte non erano musicofili o c’era ignoranza musicale; ma questo non credo, perciò il Guanti ipotizza che non ci fosse molta differenza dalle altre zone e i compositori si esibivano e poi ritornavano a casa senza annotare nulla in zona e nel caso della traslazione del Santo non ci sia stato nessun diarista che avesse annotato che cosa si era ascoltato quel giorno. Corrado ricorda che per S.Urbano si cantò il TE DEUM tradizionale e non si pagò le tasse per quel anno, stessa cosa avvenne dopo aver firmato il trattato di Utrecht ricorda il Mola. Alberto Vincenzoni ha donato il suo secondo libro su Luigi Tenco che partecipò ad uno spettacolo dal titolo: L’illusione del boom economico in Italia: nel docufilm” La cuccagna” di Luciano Salce. Il Vercellino ha iniziato parlando dell’intervento di Arditi che presentò la relazione sull’arrivo di S.Urbano a Cassine, la leggenda sul soldato che difese la città e morto i cassinesi videro nella pianura innevata un spazio verde con un uomo e lo portarono in S.Francesco e lo venerarono. Notevole il culto per le reliquie e al vera croce che venne rubata ai ravanelli. Arditi prende in esame l’urna e la scoperta di un libro manoscritto eseguito a Roma con fogli pergamenati. Tra i reliquiari il più interessante al tiara di S.Pio V, essa arrivò molto dopo, quando vennero traslate lo spoglia di Papa Pio V. Sono irreperibili una ventina di reliquiari. Il secondo intervento, ricorda Vercellino, era quello di Guanti sulla musica antica, il quale sottolinea che non si trova nulla di muscia del tempo, lasciamo spazio all’immaginazione. Terzo intervento di Vincenzoni: il quale si è domandato, quali influenze la grande scultura del ‘6-700 su Sebastiano Ippoliti, sui reliquiari di Cassine ebbe, complice il manierismo. Ad esempio gli angeli sul baldacchino del Bernini nella Basilica di S Pietro a Roma, indagando gli artisti post barocchi. Nel suo intervento Vincenzoni, mette in relazione vari artisti che influenzarono la bottega Ippoliti come Domenico Guidi, il Rusconi e l’Algardi. L’autore tenta, riuscendoci, una comparazione tra gli angeli del baldacchino di S.Pietro e gli angeli di Cassine debitori dei precedenti. Ciò che più mi ha colpito è il riferimento ai busti ritratto dell’Apostolo Pietro ecc.
Il quarto intervento del Prosperi, tratta il culto delle reliquie, ilmio interesse, spiega Vercellino, si è raddoppiato proprio perché si parla del corpo di S.Defendente a Cassinelle che è il mio paese. Egli parte dal definire il termine reliquia dal solo corpo, inizialmente definita, ad una accezione più larga riferite a brandelli di biancheria, frammenti di oggetti ecc. Si fa la distinzione tra culto dei santi da quella per gli eroi soldati. Delinea diversi Santi come S.Ambrogio e S.Elena. Vercellino in modo spiritoso ricorda che il S.Urbano che tanto si venera a Cassine è venerato anche a Molare poco più tardi, secondo Prosperi il nome Urbano potrebbe definire soltanto la provenienza dall’Urbe. A Castelnuovo Bormida si venera il corpo di S.Feliciano. Nel 1792 a Ponzone arriva il corpo di S.Giustino, fatto arrivare da Domenico Voglino dalle catacombe di S.Ceriaco a Roma. Il relatore facendo parte della Confraternita del suo paese ha avuto occasione di partecipare a Ponzone alla processione del Santo che da 50 anni non usciva più. Il culto persiste a Castelletto d’Orba di due corpi di Santi,mentre a Dencie vi sono addirittura tre Santi. A Montechiaro si venerano due spine portate da un crociato di Cortemilia. Infine San Defendente conservato a Cassinelle anche in quel caso, S.Defendente a Belforte si conserva un dito del Santo e a Cuccaro si dice si conservi il teschio di S.Defendente. L’esposizione si conclude con una battuta: Se qualcuno aspirasse al miracolo a S.Defendente non va a Belforte e Cuccaro ma bensì a Cassinelle.
La giornata è stata anche l’occasione per presentare i restauri delle due mappe del bosco delle Sorti, appartenenti al Comune di Cassine, dato che sono state restaurate le mappe di tutti i Comuni facenti parte del bosco delle Sorti (Bruno, Mombaruzzo, Maranzana ecc.) Tomasino Bongiovanni, coordinatore del Bosco ha esposto in breve la storia del bosco. All’interno si trovano due corpi santi di Alice e Ricaldone che sono riamasti zona boschiva più antica. La storia dei boschi inizia nel ‘400. Nel ‘500 troviamo redatto un verbale, dove si imponevano delle regole rigorose. In un atto del 1699, Il Comune di Cassine assume un camparo, perché nessuno rubasse la legna. La porzione di bosco di Cassine di 260 ettari, divise in contrade date a sorte a 196 famiglie cassinesi. Il bosco nel tempo e per l’uso intensivo si impoverì notevolmente, perciò negli anni 1820-30 si piantarono le robinie, 44  mila esemplari piante infestanti che impoverirono ancora il bosco. A quel punto il Comune decise di vendere il bosco, così si arrivò alla morte del bosco che si parcellizzò, stessa cosa si fece a Bruno e Ricaldone. A questi anni risalgono le due mappe una del 1830-36 e l’altra del 1858. Nel 2001 l’area boschiva con legge regionale diventa zona di salvaguardia con i Comuni di Cassine. Ricaldone, Alice e Maranzana. Verrà ampliata nel 2003 a  comprendere anche i Comuni di Bruno e Mombaruzzo arrivando a 1860 ettari. Chiara De Nicolai, restauratrice della ditta Biblion di Castelnuovo Belbo ha spiegato le fasi che ha seguito per il restauro delle mappe, svolto secondo i crismi del Capitolato della Sopraintendenza, dato che le mappe sono riconosciute di valore storico rilevante. I materiali usati sono reversibili. Il lavoro ha riguardato, la rimozione dei precedenti supporti facendo questo si sono strappate alcune parti. Le fasi spolveratura, lavaggio con contagocce, il rattoppo, sutura, l’utilizzo di colle, al pressatura ai cartoni e poi gli assi. Al termine era possibile vedere in biblioteca le mappe restaurate.
È seguita la visita alle mappe restaurate una del 1858 e l’altra del 1830-36: Le due mappe di Cassine sono le più elaborate  e riccamente disegnate, nella prima si possono vedere i rilievi orografici, entrambe sono divise nelle sette contrade, la seconda fu realizzata dal cassinese Mandrilli, oggi solo la parte più estrema sui confini con il rio Cervino e della frazione S.Rocco un tempo denominata Cmeina, e coperta di boschi il resto è ricoperta di vigne. Nella carta del 1858 è rappresentata casa Roggero, gli stessi proprietari attuali, questa carta era la meno rovinata rispetto all’altra. Sui confini sono indicati i proprietari esterni alla zona comune. Alla domanda del Prosperi se era possibile pascolare all’interno del bosco, Bongiovanni risponde che era vietato.

Le attività della Croce Rossa nel periodo 1943-45



Nella serata di mercoledì 22 aprile, presso la sala Gabutti della biblioteca, nell’ambito dei festeggiamenti per il 70° Anniversario della Liberazione, si è tenuto un incontro sulle attività della croce rossa durante la seconda guerra mondiale. Dopo una breve introduzione della sig. Pinuccia Oldrini dell’ANPI di Cassine la quale ha presentato la targa che verrà apposta il 25 aprile in p.za Italia per ricordare l’incendio di una decina di case, da parte dei nazifascisti il 13 ottobre 1944, il tutto presentato agli alunni delle scuole, con la testimonianza della madre sig. Pierina ella spiega: «ho chiesto ai ragazzi che cosa di mettereste nello zaino, se ti dicessero che vi bruciano la vostra casa ognuno ha risposto , cibo, acqua, vestiario, mutande, canottiera, giocattoli ed un ragazzo ha risposto i libri di scuola». Ha ricordato i prossimi appuntamenti che avranno il loro culmine, venerdì 24 aprile con la lettura scenica di vari brani, da parte di alcuni ragazzi di terza media delle scuole di Cassine, diretti dal regista Alberto Calepio “un perfezionista”, ricorda l’Oldrini, coadiuvati dalla prof. Ines Toselli e con testi della Oldrini stessa, musica e immagini Pino Corrado. A seguire un ballo popolare dal titolo: Liberi anche di ballare e cantare, in ricordo del ballo della Liberazione, proposto dal sindaco di Milano Antonio Greppi nel luglio 1945. Il giorno 25 aprile la cerimonia con la Banda Solia, deposizione corona di fiori presso i cippi, ed il monumento ai caduti, dove avverrà l’alzabandiera, poi piazza resistenza, subito dopo in corteo, si raggiungerà p.za Italia con la cerimonia più significativa che vedrà collocata e benedetta la già citata targa. È seguito l’intervento del Commissario del Comitato locale della CRI di Cassine Matteo Cannonero il quale ha ricordato che il tema richiesto dagli organizzatori è un po’ insolito e si sa poco, perciò è una novità, solitamente si parla dell’epoca risorgimentale. Molte furono le attività della CRI in questo periodo preso in esame ha perciò passato la parola all’esperto storico della croce rossa Mauro Pianese (Funzionario Responsabile Servizio beni ed attività culturali della Provincia di Alessandria). «Di questo periodo si sa poco ma vorrei iniziare ricordando che in periodo di guerra le attività e l’impegno della croce rossa aumentò notevolmente oltre all’attività tradizionale si aggiunge l’impegno al fronte, nelle prigioni» spiega Pianese. Dalla fondazione (1864) le attività erano poche nei conflitti es. Crimea(1853-1856), guerra franco-prussiana (1870-71), un terremoto in Romania, in Libia ma il primo grande impegno della CRI fu la prima guerra mondiale, al termine della guerra vi fu un depauperamento di mezzi e strutture quindi un decadimento. Con l’avvento del fascismo alla CRI furono aggregate le pubbliche assistenze (croce bianca, verde e azzurra). Negli anni 1929-30 si costituì la croce antitubercolare. I mezzi dell’epoca erano qualche ambulanza, il treno spedale  e l’ospedale lagunare (barchini), inoltre vi era il nucleo anti aereo e antigas. Durante il colonialismo, intervennero nell’ Africa orientale con le moto navi (Eritrea e Somaglia)  a recuperare gli italiani circa 40/50 mila circumnavigando l’Africa, sbarcando a Napoli e Genova.
Venendo al periodo che ci interessa dopo aver firmato l’armistizio dell’8 settembre ’43, fu arrestato Mussolini, il quale si libera e fonda la Repubblica sociale italiana, l’Italia è divisa in due da Cassino in su Repubblica di Salò e sotto il Regno del Sud, la CRI  è divisa in due. Nel Regno i comitati erano rimasti dei funzionari medio bassi . La CRI è considerata neutrale ma non ben vista dai nazisti. In ogni nazione vi può essere una sola sede centrale di Croce Rossa. Man mano che l’Italia viene liberata si ricostituiscono i Comitati, ma scarseggiano i funzionari a causa dell’epurazione di coloro che fecero parte della Repubblica sociale o del fascismo. Alla domanda dell’Oldrini come si faceva a comunicare con la sede centrale di Ginevra, egli risponde «tramite messaggi con su scritto il mittente, destinatario e richiesta e veniva passato di comitato in comitato sino a raggiungere Ginevra, rispondevano e tornava indietro, ci andavano circa sei mesi». Esiste ancora oggi il centro ricerche a Ginevra.  Durante la guerra vi erano impiegati circa 7500 uomini e 400 crocerossine impegnate negli ospedali territoriali ed i mezzi ambulanze erano circa 700 al termine del conflitto solo più 200 ed il recupero fu lento e nel 1947 in mezzi erano saliti a quota 500.
A conclusione la sig. Oldrini (Anpi sez. Cassine)  nel ringraziare gli intervenuti ha voluto fare alcune considerazioni una su Giovanni Guareschi  arrestato per aver insultato Mussolini, nel 1943 venne arruolato nell'esercito come ufficiale di artiglieria. L’8 settembre si trovava in caserma ad Alessandria: rifiutò come molti altri di disconoscere l'autorità del Re e fu quindi arrestato e – prima di essere inviato nei campi di prigionia di Czestochowa e Benjaminovo in Polonia e poi in Germania a Wietzendorf e Sandbostel, dove restò per due anni - venne internato con gli altri soldati della guarnigione alessandrina in Cittadella. Mentre la seconda ricorda che :Il 20 aprile 1945,a fronte all’avanzata dell’esercito inglese, la Gestapo impicca 20 bambini ebrei che erano stati usati per esperimenti medici:L’impiccagione viene eseguita nello scantinato della Scuola Damm, ad Amburgo, in Germania.

Venti bambini, ebrei europei, tra cui il napoletano Sergio de Simone, 7 anni, tradito da un fascista delatore, la madre non si darà mai pace che il figlio fosse stato ucciso.
 In fine ha ringraziato la croce rossa per l’impegno che ci stanno mettendo per  soccorrere i migranti.

Concerto della Corale castelnovese Pro CRI



In occasione della Giornata mondiale della Croce Rossa italiana, la Corale “S.Cecilia” di Castelnuovo Bormida, darà un concerto pro Croce Rossa di Cassine in programma per domenica 10 maggio 2015 presso la chiesa di San Giacomo in Cassine alle ore 21,00.

mercoledì 15 aprile 2015

Presentata l’autobiografia di Gallione



Nel pomeriggio di venerdì 10 aprile, presso la sala Gabutti della biblioteca di Cassine, si è tenuta la presentazione del libro- biografia del pittore nativo di Cassine Giuseppe Gallione detto “il piccolo”.
Ad introdurre la presentazione il primo cittadino che ha ricordato la sua soddisfazione perchè  Cassine sia luogo  di cultura e turismo e d’ispirazione per artisti della zona che rappresentano il nostro paese come oggetto della loro arte. L’Assessore Sergio Arditi ricorda nella sua infanzia il Gallione come organizzatore del carnevale e compositore di businà, attore nella filodrammatica e ricorda in particolare un suo spettacolo presso il salone Bonelli nel viale della stazione, nonché suonatore di tromba nella Banda diretta dal maestro Solia. Ma solo di ritorno sporadicamente a Cassine come pittore, Arditi ricorda che il libro è stato presentato proprio dove da bambino frequentava l’asilo.           
Il prof. Adriano Icardi, il Gallione lo conobbe anni fa come sindacalista provinciale della UIL molto attivo nelle battaglie per i lavoratori per molti anni e successivamente come presidente provinciale dell’INPS, durante il suo incarico permise la realizzazione della palazzina dell’Inps ad Acqui Terme inaugurata nel 1993 durante la Giunta Bosio. Soltanto negli ultimi dieci anni è conosciuto come pittore socio del Circolo Ferrari e espositore di personali e collettive. Nelle sue rappresentazione ama dipingere paesaggi tipici monferrini e langaroli di vigneti da Cassine verso Ricaldone, Alice sino ad arrivare a Bubbio.
Molto interessante l’intervento del prof. Carlo Prosperi Gallione è un artista che rappresenta paesaggi realistici, non una fotografia, ma connotati da un additivo di sentimento,affetto da  nostalgia e malinconia. L’opere realizzate hanno come ambientazione Cassine, paese natale; Acqui , dove vive; Bubbio dove ha una casa di villeggiatura; Felizzano che se pur territorio lontano è stato scelto perché lì si è sposata una figlia ed infine luoghi di mare dove visse per un periodo quando si trasferì la famiglia. Come titolo dell’opera, che è un autobiografia, è stato scelto il termine “itinerario” perché il Gallione è un artista a 360 gradi non solo poeta ma anche musicista,  attore e compositore di businà. L’immagine di copertina denominata la “strada nel bosco” è stata scelta perché nel volume si traccia un percorso che grazie al sentimento non perde la strada nelle selve dove avvengo le avventure, nascono l’amicizia e l’amore. Prosperi si augura che continui attraverso il bosco a realizzare nuove opere d’arte.
Infine il Galline ha ringraziato dicendo che tutto era già stato detto ma ha ricordato che il libro non è un semplice catalogo ( circa 100 opere pubblicate delle 153 realizzate)  ma un’autobiografia  che delinea le tappe della mia vita. Il libro è stato scritto spassionatamente con l’intento che piacesse a me e al pubblico interpretato. Finchè Dio me lo consentirà continuerò a dipingere e fare mostre. Inoltre il soprannome il piccolo gli fu affibbiato in gioventù quando suonando nella banda di Cassine, era il più giovane quindi più piccolo del gruppo. Già il nonno materno suonava nella banda di Cassine il bombardino.
L’artista esporrà dal 1° maggio a palazzo Robellini ad Acqui Terme. Erano presenti all’incontro oltre alla moglie ed ai figli, il collega Beppe Ricci che espone a Firenze, il delegato alla cultura del Comune di Acqui Terme dott. Carlo Sburalti e Nani presidente della comunità montana.
Giuseppe Gallione ha sempre partecipato al concorso di pittura il “Cucchiello” organizzato ogni anno da “Ra Famija Cassinèisa” in occasione della festa patronale in luglio.